domenica 18 marzo 2018

CATONE

Catone e la difesa della tradizione contro
la crisi repubblicana

Alla fine della seconda guerra punica ci furono diversi cambiamenti all'interno della società Romana; Roma diventa una potenza marittima e commerciale. Alla ribalta della società si affacciano nuovi ceti che non condividono più i vecchi valori incentrati sulla tradizione, nuove ricchezze e corruzioni mettono in crisi la fedeltà alla Repubblica. Al posto dello Stato e della collettività viene posto al centro l'uomo, nella sua individualità.
Le famiglie ricche affidano i loro figli a un servo, il pedagogus. Anche l'istruzione femminile risente di questi cambiamenti: le ragazze delle famiglie più benestanti vengono affidate a un pedagogus per studiare in casa, dove imparano canto, danza e a dipingere. In età precoce si sposano, passando all'autorità dall'autorità del padre a quella del marito. 
Marco Porcio Catone (console nel 194 a.C) era però contrario a questi cambiamenti. Egli puntava a recuperare la vecchia tradizione che vede nel padre l'educatore dei propri figli, e così educa personalmente il proprio figlio, raccogliendo nei Libri ad filium Marcum i suoi insegnamenti di agricoltura , medicina e retorica. Catone valorizza l'oratoria come virtù civica, ma solo in stretto legame con etica e politica. Catone dedica un'opera al mondo rurale e ai suoi ideali; il De agricultura, nella quale contrappone il lavoro dei campi all'attività mercantile: l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo grande Roma

sabato 17 marzo 2018

Educazione romana e il mos maiorum

L'educazione romana delle origini e il mos maiorum

L'economia romana inizialmente aveva soprattutto un carattere agricolo e la sua società è dominata da un'aristocrazia di proprietari terrieri. In questa società fin dalle origini predominano i valori della casa e della famiglia.
L'educazione non richiede un contesto specializzato, ma avviene all'interno stesso della famiglia, o al di fuori sulla base dell'esempio degli adulti. 
Il sentimento a cui si viene educati è quello della pietas, rispetto per i genitori, per gli antenati, la patria e le divinità. Anche la dedizione al lavoro, la moderazione e il rispetto della legge sono valori molto importanti, valori vicini all'areté di Esiodo. Questo insieme di valori costituisce il mos maiorum, l'esempio che viene dagli antenati. La prima educatrice è la madre, anche se la donna nella società romana è inferiore all'uomo. Compiuti i sette anni il figlio passa sotto la guida del padre, il pater familias. L'educatore è il genitore. Attraverso l'esempio del padre, il figlio impara il necessario per gestire un'azienda agricola e partecipare alla vita pubblica frequentando il foro. Anche la prima alfabetizzazione viene fornita dal padre. I giovani praticano l'educazione fisica allo scopo di irrobustirsi ed esercitarsi per la guerra. A quattordici anni il ragazzo toglie la toga praetexta orlata di rosso e indossa la toga libera nel corso di una cerimonia. Così facendo acquisisce il diritto di sedere in senato per perfezionare la formazione politica seguendo i dibattiti tra i senatori più anziani. (tirocinium fori) 
Il punto di riferimento dell'educazione romana è rappresentato dalle Dodici tavole, esposte nel foro che contengono i valori del mos maiorum

L'EDUCAZIONE NELL'ANTICA ROMA

L'educazione come "fatto sociale"

A seconda della loro condizione, i cittadini romani godono di diritti politici, partecipano alle assemblee, rivestono cariche politiche ecc...
L'educazione per i Romani è un fatto sociale, che integra gli individui nella vita della città, quindi essa ha un'intento civico. Il cittadino romano infatti, deve sapersi comportare di fronte alla collettività in modo adeguato, dal modo di camminare, al modo di vestirsi e di arredare la casa. L'educazione romana ha un'intento più pratico e meno filosofico. I Greci per l'educazione dei fanciulli parlano di paidéia. I Romani invece usano il termine educatio per indicare la prima formazione 
per lo sviluppo delle attitudini, fisiche, morali e intellettuali mentre la formazione culturale è rimandata agli anni successivi. Il termine humanitas (Cic) corrisponde al greco paidéia, educazione raffinata fondata su valori morali.

mercoledì 14 marzo 2018

STRUTTURE E PERCORSO EDUCATIVO

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica 

In età ellenistica, la prima formazione avviene come sempre in famiglia a cura delle donne di casa. Dai sette ai diciannove anni i ragazzi frequentano la scuola pubblica, a cura dei municipi. Anche qui incontriamo la figura del pedagogo, che accompagna il ragazzo a scuola, lo aiuta nell'attività scolastica e rappresenta per lui un riferimento di tipo morale. Mentre il maestro svolge il compito dell'insegnamento. 
 -  Istruzione primaria (7-12) 
Gli studenti in questi anni imparano a leggere e scrivere e imparano la matematica, musica e ginnastica fanno ancora parte dell'istruzione. Vengono utilizzate anche le punizioni corporali per chi si mostra lento nell'apprendimento. 
 - Istruzione secondaria (12-20)
Riguarda sia la formazione umanistica e quella scientifica. Il grammatico insegna anche letteratura, mentre il retore cura la produzione scritta e orale degli allievi. Durante l'efebato viene impartito un addestramento militare che prepara soprattutto alla carriera di atleta professionista.
  - Formazione superiore
Basata sulla retorica che mira a creare dei professionisti della parola, come avvocati ecc...  essa rimane però molto legata alla filosofia. La filosofia in questo periodo è intesa come una ricerca interiore individuale. 

EDUCAZIONE ELLENISTICA

L'educazione nell'età ellenistica 
L'ideale della vita ellenistica è quello di una vita contemplativa, dove la creazione di un grande impero non permette più di sentirsi cittadini, ma ciascuno diventa suddito.
Grazie a questo ideale ci fu la diffusione della vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche che ti permettono di vivere al meglio la vita personale. Ciò è evidente nelle principali scuole ellenistiche, come l'epicureismo e lo stoicismo, alla figura del sapiente va a sostituirsi quella del saggio, colui che sa affrontare le difficoltà della vita. Si sviluppa anche la figura del sapiente specializzato, che si occupa del processo di specializzazione e della separazione del sapere. In questo periodo continua la formazione dell'uomo colto di stampo umanistico e di quello scienziato specialista. 
Nell'età ellenistica due istituzioni simboliche sono la Biblioteca di Alessandria e il Museo di Alessandria. Uno dei personaggi riconducibile a quest'epoca è Plutarco: uomo di cultura greco, scrisse l'opera "le Vite Parallele" in cui stabilisce un parallelo tra le vicende biografiche di un greco e un romano. Il tema della virtù non viene più proposto astrattamente ma tramite esempi concreti forniti da biografie di personaggi illustri. Non con certezza, è attribuita a Plutarco anche una seconda opera dedicata all'educazione: "De liberis educandis" all'interno della quale si ripropone l'importanza delle arti liberali. 
Contro le arti liberali troviamo Sesto Empirico, rappresentante del scetticismo, egli riteneva che l'apprendimento fosse possibile solo attraverso l'esperienza diretta.

I maestri

I MAESTRI DI CLEMENTE ALESSANDRINO  Dag Tessore sottolinea quanto sia importante ricordare che Clemente Alessandrino sia vissuto solo u...