la crisi repubblicana
Alla fine della seconda guerra punica ci furono diversi cambiamenti all'interno della società Romana; Roma diventa una potenza marittima e commerciale. Alla ribalta della società si affacciano nuovi ceti che non condividono più i vecchi valori incentrati sulla tradizione, nuove ricchezze e corruzioni mettono in crisi la fedeltà alla Repubblica. Al posto dello Stato e della collettività viene posto al centro l'uomo, nella sua individualità.
Le famiglie ricche affidano i loro figli a un servo, il pedagogus. Anche l'istruzione femminile risente di questi cambiamenti: le ragazze delle famiglie più benestanti vengono affidate a un pedagogus per studiare in casa, dove imparano canto, danza e a dipingere. In età precoce si sposano, passando all'autorità dall'autorità del padre a quella del marito. Marco Porcio Catone (console nel 194 a.C) era però contrario a questi cambiamenti. Egli puntava a recuperare la vecchia tradizione che vede nel padre l'educatore dei propri figli, e così educa personalmente il proprio figlio, raccogliendo nei Libri ad filium Marcum i suoi insegnamenti di agricoltura , medicina e retorica. Catone valorizza l'oratoria come virtù civica, ma solo in stretto legame con etica e politica. Catone dedica un'opera al mondo rurale e ai suoi ideali; il De agricultura, nella quale contrappone il lavoro dei campi all'attività mercantile: l'oratore e il contadino potranno rendere di nuovo grande Roma